Perchè una rete di biomonitoraggio
La rete di biomonitoraggio nasce con il fine di costituire, in collaborazione con enti, istituzioni e associazioni apistiche e ambientaliste presenti sul territorio del GAL Molise Verso il 2000 una rete di controllo permanente per valutare la comparsa di fenomeni inquinanti che possano andare a danneggiare gli ecosistemi e, nel contempo, per tutelare l’attività apistica stessa, l’agricoltura e l’ambiente in generale, segnalando in tempo reale il manifestarsi delle possibili emergenze sanitarie ed ambientali.
L’attività di biomonitoraggio dell’inquinamento ambientale è quello che prevede l’utilizzo di organismi viventi, nel nostro caso Apis mellifera ligustica. Il biomonitoraggio è effettuato attraverso organismi bioaccumulatori (organismi in grado di sopravvivere in presenza di inquinanti che accumulano nei loro tessuti) e/o bioindicatori (organismi che subiscono variazioni evidenti nella fisiologia, nella morfologia o nella distribuzione spaziale sotto l’influsso delle sostanze presenti nell’ambiente). L’attività di biomonitoraggio, quindi, ha un ruolo importante e sempre crescente in quanto rispetto alle tecniche analitiche tradizionali offre diversi vantaggi:
– riesce a fornire stime sugli effetti combinati di più inquinanti sugli esseri viventi e, soprattutto, sulla loro biodisponibilità;
– ha costi di gestione limitati;
– offre la possibilità di coprire con relativa facilità vaste zone e territori diversificati, consentendo un’adeguata mappatura del territorio;
– può essere un valido mezzo che aiuta a sensibilizzare e formare le persone sul tema dell’importanza della qualità ambientale.
Le api sono in grado di segnalare l’eventuale danno chimico subìto dall’ambiente in cui vivono, attraverso due segnali: l’alta mortalità, nel caso di fitofarmaci
con attività insetticida, e attraverso i residui che si possono riscontrare ed accumulare nei loro corpi o nei prodotti dell’alveare, nel caso di tutti gli agrofarmaci e di agenti inquinanti come i metalli pesanti e i radionuclidi, rilevati tramite analisi di laboratorio. Tenuto conto che il raggio medio di azione delle api può
arrivare ad almeno 2 km dal rispettivo alveare, si riescono ad acquisire dati di un territorio molto vasto, fino a circa 6 – 8 km2.
costituzione della rete
Nel territorio di riferimento del GAL MOLISE Verso il 2000, corrispondente alla macro-area geografica denominata Molise centrale, sono stati individuati, quali ambiti rappresentativi di riferimento per le attività da condurre, i territori di Campochiaro, Bojano, Roccavivara, Petrella Tifernina, Riccia, Tufara. Ogni stazione di monitoraggio sarà formata da due alveari muniti di una gabbia di raccolta delle api morte, denominata “under basket”, posizionata sotto l’entrata. Al superamento della soglia critica (in media 250-350 api morte per rilievo per stazione), si procederà al prelievo e s’invierà il campione al laboratorio per l’analisi chimica ed eventualmente palinologica. Le prime indagini consentiranno di individuare gli elementi in traccia potenzialmente tossici e le molecole ad attività insetticida responsabili di eventuali morie; con l’analisi palinologica si tenterà di stabilire, attraverso il riconoscimento dei pollini presenti sul corpo delle api, i luoghi di bottinamento delle stesse e quindi delle probabili colture irrorate con i prodotti fitosanitari che hanno causato l’apicidio.